Voi siete tanti a scrivere ma io uno solo a leggere #1
Gli uomini pesce, Wu Ming 1, Einaudi 2024
Sono riuscito finalmente a trovare il tempo per leggere Gli uomini pesce e confesso che all’inizio ho fatto fatica, senza provare il piacere che mi attendevo, a 27 anni dalla folgorazione con Q e poi con tanti (direi tutti) gli altri romanzi e saggi dei Wu Ming che sono seguiti.
Stavolta no ma il problema ero io: poco tempo e scarsa concentrazione, in un periodo in generale problematico.
Poi l’architettura complessa del romanzo si è illuminata nella seconda parte e ho ammirato tantissimo l’abilità con cui Wu Ming 1 ha gestito così tanta materia narrativa. Avevo sofferto l’accumularsi di misteri, di non detti, di segreti, eppure/oppure di cose evidenti che ancora non sappiamo/vogliamo vedere ma la parte finale ha diradato la nebbia con eleganza e con altre invenzioni e soluzioni narrative ancora.
La cosa più notevole de Gli uomini pesce è l’organizzazione di diverse voci (e generi) tenendo agevolmente dentro la narrazione la lotta partigiana e la resistenza generale a quanto sta accadendo, l’emergenza climatica, la cementificazione dei litorali e la distruzione del delta del Po, l’ipnosi e la trance, l’uso degli psichedelici, Giorgio Bassani e Riccardo Bacchelli, un pizzico di alchimia, l’indipendentismo còrso (e Asterix!), le leggende popolari antesignane di quelle metropolitane, il complottismo, le beffe mediatiche, una pagina fantastica in cui si omaggia Il pendolo di Foucault (citando Garamond, Diotallevi e i Rosacroce!), la componente autobiografica dell’autore trasfigurata perfettamente dal racconto, i ricordi personali che emergono dalle acque della laguna, il covid, la pandemia e le conseguenze di malattia e isolamento, l’identità di genere, il transfemminismo, cosa significhi un’esistenza stealth e altro ancora e ancora.
Non vorrei che fosse un abuso del termine ma Gli uomini pesce mi sembra un romanzo veramente intersezionale dove tutto è legato naturalmente, dove ogni gesto, affermazione e sentimento sono insieme politici ed esistenziali. Il titolo ha poi più valenze e forse prefigura un futuro anfibio, quando saremo costretti a diventare tutti uomini pesce, come in Plancton di Franco Battiato (e son sicuro che WM1 ci ha pensato!).
Ero partito male - come detto - ma adesso, a libro chiuso, m’ha preso subito la voglia di rileggerlo: questo è un romanzo esigente verso il lettore, serve attenzione, impegno, ma la ricompensa è molto molto gratificante.


L'ho portato in vacanza. Ti sapro’ dire